mercoledì 7 maggio 2014

CRONACA DI UN VAFFANCULO

Oggi, Martedì 6 Maggio 2014, il collettivo Nulla Osta, più comunemente noto come “I punk di Atlantide”, ha fatto la sua prima apparizione pubblica da headliner.

L’occasione è stata la mostra sui movimenti giovanili bolognesi della seconda metà degli anni 80/primi 90, in particolare sulle case occupate dai punk in Via Del Pratello, l’Isola del Kantiere, la protesta dei vassoi, il movimento della Pantera ecc.

L’evento ha avuto luogo a San Giovanni In Monte con la presenza degli assessori alla cultura Massimo Mezzetti e Alberto Ronchi.

Appresa la notizia, con la stessa veemenza di un branco di tarli che scavano nei nostri già provati cervelli, un dubbio amletico inizia a tormentarci: Isola nel Kantiere…Posto occupato…Punk…Hardcore…Posse…Autoproduzione…Musica come strumento di protesta…Parole, suoni, rumori contro l’apatia…Avanguardia…Autogestione…Cyberpunk… Sgombero!
Allora pensiamo alla gente che l’Isola la guardava da fuori: “Terroristi…Barboni…Punkabbestia…Sporchi…Drogati…Delinquenti…Se c’era lui… Sgombero!”

Poi apriamo gli occhi e pensiamo a noi, ed il dubbio che ci attanaglia e non riusciamo a capire rimane. Qualche birra scioglie la matassa creata da quelli che pensavamo fossero tarli e invece erano bachi da seta, nera, funebre.

Ecco il problema! La città, e non parliamo di chi la vive, ma di chi la gestisce, prima ti sgombera e dopo più di vent’anni riconosce la validità della tua esperienza con una bella mostra sulla tua storia!

Sconcertati ma ancora lucidi iniziamo a notare molte analogie tra quella che fu l’Isola nel Kantiere e quella che E’ (e rimane!) Atlantide.
Fatti i dovuti scongiuri decidiamo di attivarci.

L’esposizione, circa cento magnifiche foto in bianco e nero scattate dalla mano del fotografo Luciano Nadalini, racconta non solo la città giovane, ribelle e alternativa dopo gli anni Settanta, il fiore all’occhiello di chi, per calmare gli animi, fa trovare impacchettati e belli freschi i Clash in Piazza Maggiore, ma anche gli sgomberi dei posti liberati, ripuliti e riesumati dai compagni di quegli anni. Quasi fosse un atto di protesta che si unisce alla nostra, che non vogliamo vedere Atlantide sognatrice, libera e creativa, trasformata in un merdosissimo quanto inutile museo sulle porte della città.

Ormai è tutto chiaro: ci vogliono trasformare in pezzi da collezione per essere esposti tra una ventina d’anni in un museo con la didascalia “Punk vintage” attaccata al culo. Dobbiamo intervenire!

Di fronte a fotografi, giornalisti, ex occupanti dell’Isola, studenti, curiosi e personaggi che, per non rischiare querele ci limiteremo a chiamare “Agenti del sistema”, essendoci sentiti profondamente chiamati in causa, armati di striscione che recitava “Schiavi nella città più libera del mondo” (titolo di un 7″ compilation uscito nel 1982 prodotto dalla Attack Punk records, gestita dai RAF PUNK, che aveva sede al Berneri, proprio di fronte ad Atlantide…), di alcuni cartelli e dell’insostituibili compagne degli altri collettivi che abitano Atlantide, abbiamo dato sfogo agli interrogativi che ci eravamo posti qualche riga sopra.

Il concetto è molto semplice: non rompeteci le gonadi! Atlantide è lì e resta dov’è, con noi dentro!

Non ce ne frega niente del museo delle porte, non ce ne frega niente che tra vent’anni magari andrete a ripescare gli scatti dei migliaia di punx intervenuti ai nostri concerti, non ce ne frega niente di essere riconosciuti a posteriori del valore culturale che un posto come Atlantide rappresentava in città.
E potremmo andare avanti per ore su questi toni.

Non sappiamo se l’intervento sia riuscito o meno. Qualcuno ci ha capito, qualcuno sicuramente no. Qualcuno ha fatto finta di niente e qualcuno, sentendo puzza di bruciato, non si è fatto vedere.

Quello che conta è che noi, bene o male, abbiamo ribadito il concetto: schiavi nella città più libera del mondo siete voi, perché noi siamo liber* da ogni bando, da ogni ipocrisia e da ogni museo mummificatore di esperienze.

Andate affanculo!

Nulla Osta
Atlantide punx
Bologna